
VERNISSAGE | Al Mecf di Foza con due mostre: “Antichi saperi, usi e costumi locali di ieri e di oggi… rivivono al Mecf” – “Ripartiamo dal Presepe: interpretazioni artistiche | Associazione “Amici del Presepe Denno” (TN)
Domenica 5 dicembre 2021 ore 15
Il MECF, Museo Etnografico della Comunità di Foza aprirà la sua stagione natalizia con il vernissage di due mostre:
“ANTICHI SAPERI, USI E COSTUMI LOCALI DI IERI E DI OGGI… RIVIVONO AL MECF” e “RIPARTIAMO DAL PRESEPE: INTERPRETAZIONI ARTISTICHE” Associazione “Amici del Presepe Denno” (TN)
Progetti espositivi strettamente legati alla conoscenza e divulgazione all’arte dell’artigianato locale e non, dove rivivono antiche tradizioni che riportano a saperi lontani di Comunità legate alle loro radici.
La storia delle tradizioni popolari è un campo del sapere, una disciplina antropologica. La tradizione proviene dal passato, ma siamo noi, uomini del presente, a dargli un senso.
Prendiamo dal passato ciò che ci interessa e creiamo una tradizione. Questo è il messaggio che vuole promuovere il Museo Etnografico della Comunità di Foza, presentando al pubblico una ricca varietà di manufatti artigianali artistici.
Vi siete mai chiesti quale è la storia della lana? La lana è un materiale molto popolare che da sempre fa parte dell’industria tessile. In questa esposizione si conoscerà brevemente la sua storia, come si ricava e come si lavora.
Secondo alcuni studi, la lana è utilizzata fin dal 3000 A.C., in Mesopotamia, ma la sua produzione su scala industriale risale al XVII Secolo A.C.
La lana si ricava dal vello di alcuni ovini come pecore e capre ma in parte anche da altri animali, come camelidi, lo yak e l’antilope tibetana.
La fibra della lana si ottiene mediante il filato della materia prima proveniente da questi animali, è pertanto una fibra tessile naturale. Anche nell’Antica Grecia l’importanza della lana era predominante, fin dall’età del ferro la materia tessile più diffusa.
All’epoca romana si deve l’introduzione delle cesoie per rimuovere la lana dagli animali, senza le barbare tecniche antiche di strapparla direttamente dal corpo dell’animale, mentre è con il Medioevo che la lana vede il suo più fiorente periodo di diffusione.
Le origini della lavorazione all’uncinetto si perdono un po’ nella notte dei tempi… sono difficili da ricostruire con certezza, anche perché gli esemplari antichi giunti fino a noi sono pochi.
Si pensa che i primi lavori di questo tipo siano stati fatti con le dita, che venivano usate per creare i cappi e riprendere i punti; col passare del tempo si sarebbe sviluppato uno strumento simile all’uncinetto moderno, realizzato prima in legno, osso o bambù e successivamente in avorio e ambra.
Sembra che questa tecnica fosse già parte della cultura egizia e ne sono stati trovati esempi “primitivi” un po’ in ogni angolo del mondo. L’inizio del lavoro a maglia non ha una datazione certa per la difficoltà di distinguere se le notizie pervenute riguardassero il lavoro eseguito ai ferri oppure quello a telaio.
Certo è che questo argomento, recentemente rivalutato da studi approfonditi, ci offre notizie sicure e documentate solo quando ci si ferma al II o III secolo dopo Cristo perché prima la storia si confonde troppo spesso con la leggenda. Sono state però trovate sculture che risalgono al IV secolo a.C. che hanno fatto ipotizzare che il lavoro a maglia fosse ormai entrato nella vita quotidiana, come dimostra una statua greca, che si trova ad Atene, nel Museo del Partenone, Kore n. 670, che sembra indossare un maglione come quello dei nostri tempi.
Solo nell’epoca cristiana è possibile esaminare il primo reperto di lavoro a maglia, analizzandone la struttura e i colori. La storia della lavorazione delle perline è radicata in un lontano passato. Ma ci sono sempre maestri che preferiscono questo tipo di ricamo, decorano la loro vita quotidiana e presentano le loro opere alle mostre.
L’aspetto delle perle stesse e il ricamo con perline sono diventati possibili solo con l’avvento della lavorazione del vetro. La produzione del vetro è nata in Fenicia 6 mila anni fa.
Secondo la leggenda, i marinai fenici trasportavano la soda dall’Africa, sbarcarono per la notte e circondarono il fuoco con pezzi di soda, e la mattina dopo trovarono pietre trasparenti e dure nella cenere – vetro. Iniziarono a farne delle perle. Quindi gradualmente apparvero piccole perle. La Repubblica di Venezia è diventata il centro della produzione di perline in Europa.
I segreti della lavorazione del vetro erano custoditi con cura. Alla fine del XVII secolo nella Boemia settentrionale, gli artigiani boemi crearono una tecnologia per la produzione del “vetro della foresta”, in cui veniva utilizzata la cenere di legno al posto della soda.
Il vetro di Boemia sembrava buono ed era facile da tagliare. Nel tempo, le perle ceche hanno sostituito le perle veneziane sul mercato mondiale.
La Repubblica Ceca fino ad oggi è uno dei leader nella produzione di perline. Nell’antica Russia, le perle venivano usate già nel IX-XII secolo. Inizialmente, le perle venivano utilizzate per cucire.
Era abbastanza accessibile perché nei laghi e nei fiumi c’erano molte cozze perle d’acqua dolce. I vestiti erano decorati con piccole perle.
Dal XVIII secolo, anche i costumi nazionali erano decorati con perline. Si dice che il feltro sia il primo tessuto prodotto dall’uomo, secondo solo all’ intreccio di fibre vegetali, lavorazione probabilmente molto più antica di quella della lana. Le più antiche tracce di feltro di lana risalgono al terzo millennio A.C. e si collocano in Siberia. Inoltre, ci sono importanti tracce di feltri preistorici in Turchia.
Era usato anche dai Greci e dai Romani per la confezione di abiti, copricapi e mantelli. L’invenzione del feltro, nella leggenda, viene attribuita a San Giacomo apostolo.
Il santo, che era un pescatore, mal sopportava le conseguenze dei lunghi spostamenti a piedi richiesti dall’opera di predicazione. Per proteggere le piante dei piedi provò a imbottire i sandali con i batuffoli di lana che le pecore, nel pascolare, lasciavano attaccati ai cespugli spinosi. Si accorse che lo strato di lana pressato dal suo peso e bagnato dal sudore si induriva e si trasformava in una falda compatta, morbida e confortevole. Da qui l’invenzione del feltro. La più antica rappresentazione della Natività di Cristo realizzata con figure e con lo sfondo un paesaggio in rilievo, il cosiddetto presepe è datata e documentata all’anno 1291 ca. L’idea di una rassegna di presepi a Denno nasce negli anni ’90, con piccoli coinvolgimenti limitati per giungere nel 1998 alla creazione di un vero comitato, dando inizio alla rassegna dei presepi. Il comitato era espressione di tutte le realtà associative presenti nella comunità. La manifestazione negli anni sviluppa, attraverso la creatività di diverse persone acquisisce una visibilità ampliando i confini al di fuori della Provincia; un ruolo di primo piano va senza dubbio a Luigi Dolzan vera “anima e core” fra i promotori dell’iniziativa.
La proposta rende necessaria un cambio organizzativo, per cui nel 2017, sempre sotto l’impulso di Luigi nasce l’Associazione “Amici del Presepe Denno”. Il progetto ha lo scopo di valorizzare ulteriormente il centro storico del paese di Denno con la creazione di un percorso predefinito con le opere realizzate da più persone, associazioni, gruppi presenti nel paese.
A questo punto si è pensato di dare un titolo incisivo alla manifestazione e fra varie proposte è uscito “Den fra i presepi”. Il lavoro che l’associazione porta avanti deriva dall’esigenza di un recupero conoscitivo dei valori schietti della tradizione; non era facile né scontato, ma negli ultimi anni la manifestazione raggiunge un numero notevole di presepi.
Il periodo attuale causa pandemia ha ridotto le manifestazioni nelle varie comunità, ma l’emozione per la costruzione del presepe ha avuto la supremazia, portando molto interesse nel nostro paese dove molte persone hanno offerto spazi e opere da esporre. Il nostro ambiente culturale ed etnico ha un impatto anche su di noi; il sentire la vicinanza della comunità è sempre un’emozione: la pandemia ha permesso a tutta la comunità di rivedere il nostro splendido centro storico e scoprirne la sua storia ammirando e godendo delle magnifiche creazioni esposte.
L’augurio che ci proponiamo è che la manifestazione da noi organizzata trovi il suo posto nel nostro sociale, che diventi un esempio di come la Comunità unita riesca a trasmettere il senso del fare insieme. (Gli Amici del Presepe Denno)
PROGRAMMA:
☞ VERNISSAGE:
domenica 5 dicembre 2021, ore 15 | Apertura ufficiale delle mostre al pubblico
☞ dal 5 dicembre 2021 al 30 gennaio 2022 | Giorni di apertura e orari:
dal 5 all ’8, 11, 12, 18 e 19 dicembre 2021 dalle ore 14 alle ore 18 | dal 24 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022 tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18 |
domenica 9, 16, 23 e 30 gennaio 2022 dalle ore 14 alle ore 18
☞ Ingresso al Museo MECF:
€ 5,00 intero | € 3,00 ridotto
Gratuito per disabili e un accompagnatore, bambini al di sotto dei 6 anni di età e secondo gli aventi diritto.
☞ Saranno adottate e rispettate misure anti Covid-19 e saranno valide tutte le norme nazionali e regionali in vigore per tutto il periodo di esposizione e apertura del museo.
Per accedere è obbligatorio esibire il Green Pass con presenze contingentate.
❋❋❋ Il mese di gennaio 2022 sarà arricchito da corsi e lezioni di artigianato artistico locale rivolto a bambini e adulti. ❋❋❋