Le feste quinquennali
“Era l’anno 1836 e nel Veneto infieriva il colera. Nei paesi vicini della Valle, ma anche in quelli dell’Altopiano, la morte bussava ogni altro giorno alle porte delle case. In simili circostanze era normale che anche la comunità di Foza, in preda al panico, guardasse in alto e cercasse scampo nella sua Madonna. E la comunità, dice la storia, venne prodigiosamente risparmiata dalla sciagura. In segno di riconoscenza, promise allora di festeggiare la Madonna, recandone ogni cinque anni l’antica immagine dalla chiesa parrocchiale sino all’oratorio di San Francesco. La prima solenne processione votiva ebbe luogo, dicono i documenti della storia, il 10 settembre 1837. Da allora, di quinquennio in quinquennio, fedeli al loro impegno di devozione all’Assunta, i fozesi non mancheranno di onorare la loro Madre celeste, in una cornice ormai tradizionale di manifestazioni anche esterne, sempre più vive e coinvolgenti.”
Tratto da “Foza, una comunità, una storia” di Franco Signori.
GLI ARCHI VOTIVI
Tradizione vuole che il percorso della processione che conduce dalla chiesa parrocchiale alla chiesetta di San Francesco, sia addobbato da “archi” creati dalle abili mani della gente del paese.
Ogni contrada partecipa alla costruzione degli “archi” votivi che vengono realizzati con rami d’abete, tronchi, muschio e fiori.



LA PROCESSIONE
La processione votiva segue un ordine ben preciso:
davanti a tutti si posizionano i “cappati”, uomini del paese che vestono una mantellina rossa,
segue la statua della Madonna sorretta dalle ragazze vestite di bianco,
poi le autorità religiose, civili e militari,
la banda musicale
e chiudono infine i paesani.




GLI ANNULLI SPECIALI:
Gli annulli postali dal 1981 al 2001 sono stati disegnati dall’artista fozese prof. Valentino Marcolongo Stellar prematuramente scomparso nel 2002. In seguito, il primo a raccogliere questo importante compito per la comunità è stato l’artista fozese Lionello Contri, che, in occasione delle Feste Quinquennali del 2006 ha voluto omaggiare con la sua opera i numerosi emigranti di tutto il paese. Scriveva Lionello Contri sul suo lavoro: - “É sempre una gioia per me vedere i nostri emigranti tornare, anche se per poco tempo a Foza. Il ricordo torna a mio padre, quando, dopo otto nove mesi di lavoro, dalla Svizzera faceva ritorno alla propria famiglia. Un cordiale saluto a tutti voi che tornate da oltre oceano e da qui sotto i monti”.







IMMAGINI STORICHE DELLE FESTE QUINQUENNALI
Quinquennali 1936 centenario
Quinquennali del ritorno 1921
Quinquennali 1956
DAL DIARIO
Lino Contri – “La Festa dea Madona”
Lino Contri – “Feste Quinquennali del 2011”
Lino Contri – “Feste Quinquennali del 2016”